mercoledì 20 luglio 2011

Sono qui. Ti aspetto!

Vieni. Ti aspetto. Tanto so che tornerai. E' una questione di tempo. In alcuni momenti abbasso la guardia e tu ritorni. Quando sei qui, quando sei con me, purtroppo il cielo non è più visibile. Mi sento in gabbia. E in quel momento devo ricominciare tutto. Anzi no. Devo ritrovare il mio centro, il mio equilibrio e allora tu te ne andrai. Per quanto tempo? Non so. Ogni volta, spero, sarà un periodo più lungo. Ogni volta, spero di poter diventare un po' più forte.
Ma so che tornerai. So che tornerò a sentirti. I miei occhi torneranno a velarsi e le lacrime scorreranno sulle mie guance. Infinite. Sono mesi che non riesco a trattenerle. Sono mesi che piango. In questi mesi ho pianto più che nei miei primi 41 anni di vita. E non lo dico tanto per. E' un dato di fatto.
Ma le lacrime in sè non sono nulla. Le lacrime sono lenitive. La mia pelle ne resta umidificata.
Quello che torna sei tu: dolore! Sei sempre più forte. Forse perché ti accumuli a quello che c'è già stato. Forse perché il periodo in cui mi concedi tregua, aumenta sempre di più. E quando torni, l'effetto è ancor più grande, perché pensavo fosse la volta buona.
Sei così intenso, sei radicato nel mio profondo, che quando ti percepisco, sento proprio una sensazione fisica di qualcosa che si sta staccando, qualcosa che è lì in mezzo alla gola, che mi toglie il fiato. E' un attimo, ma è una sensazione... drammaticamente intensa.


Ma ora ti guardo. Ora ti parlo. Ora non mi fai paura. Non mi fai più paura con la minaccia della solitudine.
Perché ora sono solo. Ora non ho nulla da perdere. Mi hai portato via la mia donna. Quella grande. La mia Esme. Che amo di un amore che non credevo possibile. Un amore che non pensavo di poter provare per un altro essere umano adulto. Mi hai anche portato via quella piccola. La mia bambina. La mia prima ragione di vita. La figlia che tanto amo e che tanto ho desiderato.


Cosa vuoi ancora portarmi via? Resto solo io. E di me non ti fai nulla.
Mi hai ferito. Profondamente. Mi hai potuto ferire perché avevo qualcosa da perdere.
Ma ora non lo puoi più fare. Perché non ho nulla da perdere. E perché non ho paura di soffrire. Questa volta non mi nasconderò.
Lascerò che tu faccia il tuo corso. E ti annoierai prima che io mi arrenda.
Perché nonostante tu sia così forte, il mio amore per la vita, lo è molto di più.
Sto soffrendo per quello che ho provato e provo. Non soffro per la perdita e la paura di essere solo. E tu, dolore, che alternativa hai?

3 commenti:

  1. mamma ke bella... mi hai alsciato senza parole non so descrivere le mie emozioni ma so dirti ke sei bravissima/o...
    complimenti...
    passa da me se ti va

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  2. la tua Esme, la tua bambina, prima di arrivare a quel punto pensavo che condividevamo lo stesso dolore, dopo sono solo restata a bocca aperta, bravo, un abbraccio

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  3. Grazie! delle parole, dell'apprezzamento, in un certo modo, ovviamente, grazie x la vicinanza. Un abbraccio

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