domenica 26 giugno 2011

Tornare a volare

Tornerò a volare? Lo spero, prima che il fuoco mi consumi le ali del tutto..

So che dipende da me, ma ogni tanto è semplicemente dura tornare a guardare abbastanza avanti. Avere il coraggio di guardare in basso ed invece lanciarsi verso l'alto.
Penso debba almeno passare il fumo delle ali che bruciano ancora. Specie quando la picchiata è stata molto violenta e così l'impatto con la realtà.

sabato 25 giugno 2011

Lettera d'amore


Mia cara E.,

sento il bisogno di scriverti, sento il bisogno di lasciar uscire ciò che ho nel cuore e ciò che in questo momento mi causa questo dolore. In realtà cosa sia questo "ciò" non lo so.
Mi trovo in una situazione strana. Non sono arrabbiato con te, non soffro per la tua decisione, non nutro neanche l’ombra di risentimento nei tuoi confronti. Non credo che tu mi abbia fatto un torto, e che possa essere, anche indirettamente, la causa del mio dolore.
Soffro, perché la mia anima soffre.
La mia anima, al limite, è arrabbiata con me. Con la parte umana e corporea di me. Con quella parte che ti ha fatto tante storie, per nulla. Che ti ha minacciata, che ti ha ferita, che ti ha allontanata da me e da lei.
Questa è la verita. La verità inconfessabile che non ho mai detto e che non mi sono mai nemmeno detto.

In questi giorni sono piombato in uno stato di tristezza profonda, di dolore così intenso, che mi basta fermarmi un secondo per iniziare a percepirlo ed a farmene travolgere. Lo sento fisicamente, sento il respiro che mi manca ed un’oppressione al plesso solare.
E penso che sia proprio quello che ti ho appena scritto che mi causa tutto ciò.

Nei giorni scorsi hai scritto che sono un ganzo per come affronto tutto quanto. Io non mi sento un ganzo. Mi sento piuttosto un coglione, perché non ho saputo, quando ne avevo la possibilità farti sentire quanto fossi importante per me, quanto il tuo essere, il tuo modo di essere, fossero per me fonte di gioia ed ammirazione. Quanto fossi onorato di essere al posto che ero.
Ho voluto chiederti qualcosa che non era assolutamente necessario. Non era necessario per il sentimento che ho per te e per il nostro rapporto.
Non voglio darmi ogni colpa. Ho cercato di comportarmi come ho saputo fare in quel momento. Ho voluto vedere una trave quando invece si trattava di un filo d’erba. Ed invece di prenderlo, infilarlo in bocca, prenderti sotto braccio e sorriderne, l’ho messo fra di noi. L’ho usato per rovinare il nostro rapporto.
Non so se scrivere questo, può far qualcosa per riparare tutto quanto. Sento però di dovertelo. Questa è la parte che riguarda me. La parte che io posso fare per me, per, forse, il nostro rapporto, ma soprattutto per te.
E’ vero che ti ho scritto che ti ammiro. Il tuo amico S. se ne era accorto. Ma forse lui ha anche percepito, più di quanto non lo facessi io, al di là di una forma di compiacimento, quanto tu mi sia entrata dentro. C’è la parte terrena che si è legata a te, ma c’è una parte più profonda e molto molto più intima, che lo ha fatto in un modo ancor più intenso. Questa è la parte cui mi appello, questa è la parte che vorrei prendesse piede con te.

Non so cosa accadrà. O forse non lo voglio sapere o non voglio crederci, perché mi sembra intollerabile, mi sembra troppo più grande di me e del dolore che penso di poter sopportare.
Non so quando, non so se sarà, ma io vorrei avere una possibilità con te. La possibilità di vivere la tenerezza, l’amore, il profondo legame, che mi univa ed unisce a te. Il legame che unisce la mia anima alla tua e non il mio essere terreno.
Questo è un aspetto che non sentivo in questo modo in passato, ma che sento così presente ora.

Non prometto che non farò più errori, sono una persona, ed in quanto tale, fallace.
Ma sono anche un uomo che ha il coraggio, anche se talvolta piuttosto cocciuto che mi ci vuole un po’ per rendermene conto, di farsi carico dei propri errori e di non nascondermi dietro finzioni o di non espormi in prima persona.
Il desiderio di te, non è quello che ho utilizzato nelle mie parole. Il desiderio di te, è di sentirti, di sentire la tua anima, di coccolarla, di proteggerla, di aiutarla, ed aiutarti, a far sì che diventi ancor più grande, ancor più bella.
I silenzi, il tuo respiro, il tuo sguardo, le passeggiate, i tuoi occhi ed il tuo sorriso. La grande tenerezza che c’è sempre stata. Queste sono le cose che realmente mi mancano.

E., non ti chiedo di abbandonare la tua strada, vorrei però poterti seguire. Con discrezione, con rispetto, con profondo amore.

Mars


Lacrime

Ma perché è così difficile trovare su Internet, dove si trova tutto, una foto di un uomo che piange?
Ci sono bambini. Donne. Di tutto. Ma gli uomini non piangono? Da dove viene quell'idea malsana che se un uomo piange non è un uomo?
Non mi sono mai fatto problemi. Non mi dà fastidio se qualcuno mi vede piangere. Mi infastidisce la compassione. Mi infastidisce che, così come invece si fa per il sorriso, non lo si consideri una normale espressione di un "sentire".


martedì 21 giugno 2011

Pensieri e parole che ammiro - 1

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura un pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi
vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere
in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nome
del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
Erri De Luca

Mi ricordo la prima volta che ho sentito queste parole.
Come ammiro chi con poche parole, riesce a trasmettere così tanto. Da una parte l'essenzialità delle parole usate, dall'altra la profondità dei pensieri.
Spero che vi tocchino, come han toccato me.

Cambiamenti

Perché resisitiamo? Perché ci opponiamo tanto accanitamente ai cambiamenti? Perché sprechiamo così tante energie?
Non mi basta la risposta che ne indica quale motivo la perdita di ciò che è conosciuto.
Ed anche questa resistenza non è vera in senso assoluto.
Alcuni cambiamenti li cerchiamo, li favoriamo.
Mi rendo conto che non è possibile semplicemente prendere una linea e percorrerla sempre.
Questa sera ho cambiamento la livrea del mio blog. Questo blog che è ancora molto informe, molto assente di una sua vera personalità.
Quando navigo in alcuni vostri blog, mi sembra di essere un "gino". Ma confido di imparare.



Devo, voglio poter ricominciare a vivere, a gioire delle cose che ho, invece di concentrarmi su quelle che non ho.
Un passo per volta, facendo mio il motto: "Anche il più lungo cammino, comincia con il primo passo."
E quindi non posso che augurarmi buon cammino. Che sia ricco di esperienze, di scambi, di crescita. Di Vita.

lunedì 20 giugno 2011

Che mi capita?


Che mi sta capitando? Non mi capisco più.
Faccio fatica a comprendermi. Sono tornato da qualche mese single. E invece che rilanciarmi nella vita, rimango ad osservare.
Ho sempre vissuto per le emozioni. Quelle che ti vengono dagli amici, quelle che ti vengono dai figli. Ma anche sul lavoro, nelle mie attività di tutti i giorni, ho perseguito l'EMOZIONE!
Oggi?
Rimango ad osservare, incapace di farmi prendere dal gioco della seduzione, dal gioco del corteggiamento.
Che poi può non sfociare in nulla, oppure in una notte (o più) di sesso infuocato. Sono un passionale. Per un odore, un sapore di donna avrei fatto carte false. Oggi?
Nulla. Praticamente potrei quasi farmi monaco.
Non so come uscirne. Non so come andare avanti?
In fondo la Vita mi ha tolto l'amore, il grande amore, quello per cui, e non a parole, daresti tutto, e cosa mi lascia? Me stesso? Bene, ma, come dire, non si vive di sole .... ;o)

domenica 19 giugno 2011

Tempo

Quanti mesi sono trascorsi? Quanto tempo è che non venivo più qui? Ormai più di sei.
Quanto è accaduto. Quanto dolore mi son trovato a vivere?
Tutta la mia vita è cambiata. Mi rendo perfettamente conto, razionalmente, che la mia storia meravigliosa è finita, ma il mio cuore proprio non ne vuol sapere.
Oggi l'ho rivista dopo quasi due mesi dove non abbiamo praticamente più avuto contatti, e son tornato a diversi mesi fa.
Non so più che pesci pigliare. Non so a cosa aggrapparmi. Non ho nemmeno la rabbia questa volta.
Solo questo immenso, infinito dolore.
Guardo avanti. Ci provo. Da ormai diversi mesi, ogni mattina, cerco di lasciarmi andare alla vita, come mi è stato consigliato. Non lotto più, lascio che sia ciò che deve essere. Seguo la corrente, e cerco di ritrovarmi.
Ma il mio cuore non ne vuol sapere.
Il mio cuore ha fatto un tuffo rivedendola. Rivedendo i suoi occhi, il suo sorriso. Rivedendo la sua Esme, che tanto lo ha fatto sognare e lo ha fatto star bene.
Quante lacrime ho versato. Ad un certo punto ho sperato di riuscire a smettere perché non ne avevo più. Speravo di vincere il mio dolore per sfinimento. Suo. E invece, lui imperterrito, torna a riaprire le mie ferite.
Questa è una foto che abbiamo fatto assieme al mare. In Liguria. Nelle nostre vacanze, sempre molto intense e felici.
Non so se sperare che il mare si porti via quel ramo, quasi a simboleggiare il dolore e lasciare il nulla. Forse in questo momento lo preferirei a questo stato di cose.
Non ho nemmeno più la forza di reagire, di provare ad evitare i sassi che ci sono in questa corrente.
Vita, io mi sto affidando a te, ma ti prego, ora abbi un po' pietà di me, perché fra un attimo, non so cosa capiterà cozzando contro questi sassi.

Nei giorni scorsi, pensavo, al rientro dalle ferie, di essere riuscito ad arginare un po' tutto quanto, ma oggi rivederla, mi ha fatto rendere conto, che mi illudevo.
Non è la solitudine che mi spaventa, che mi causa questo dolore. E' la mancanza di lei, delle nostre condivisioni, della nostra Vita.
Spero che qualcuno ascolti, e mi mandi un segnale, un modo per cercare di uscirne. Senza rabbia, senza oblio, ma riuscendo ad uscire dalla logica del tempo. Dal desiderio che fosse "per sempre".
E' stato. Ora non è più, ma perché non riesco a farmene una ragione?