venerdì 26 agosto 2011

La ricerca e la riscoperta di me


Sono qui. Non riesco a dormire ed è quasi l’una di notte. In piedi dalle 4 e qualcosa. Eppure non riesco a calmare i pensieri, il turbinio di pensieri che mi frullano per la testa.
Ho scelto un percorso difficile. Fatto di solitudine, fatto della ricerca di sé. Per giungere in un punto che certamente mi farà molto bene. Ma il tragitto è pieno di insidie e talvolta mi spaventa.
Sto cercando di capire quando sono nel mio centro e quindi vedo questa scelta solo come una grande opportunità e quando invece le paure di questo mondo, la fisicità della vita (corpo, tempo, ecc.) mi riportano in superficie quel grande dolore che mi accompagna da sempre, ma che negli ultimi mesi ha consociuto il suo apice.
E i miei pensieri corrono a te. Corrono a dialoghi immaginari che vorrei fare con te.
Mi immagino come sarebbe semplice lasciarci andare al nostro sentire, all’amore che ci lega, anche se si è mutato.
Abbiamo sempre avuto molto rispetto l’uno dell’altra, ci siamo spesso sostenuti a vicenda. I nostri forti caratteri hanno cozzato molto raramente, proprio perché alla base c’è la grande stima reciproca.
Anche oggi. Ma oggi percepisco che tu temi l’idea di lasciarti andare con me, come se potessi ancora minacciare la torre che contiene la mia preziosa E. Quella che ti protegge da tutto e da tutti.
Tu sei sempre stata capace di darmi un elemento che ho cercato con così tanta assiduità, che quando l’ho vissuto e mi si sono presentati dei problemi, seppur importanti, non ho voluto accontentarmi perché in quel momento volevo di più. Volevo che tu mi alleviassi il dolore della separazione da mia figlia. Separazione che, ad undici anni, ha voluto lei.
E. quando ti osservo vedo che i nostri sguardi sono sguardi profondi. Sono sguardi fatti di un grandissimo sentimento e so che non me lo immagino.
Non so, purtroppo, se in questa vita potremo ancora spartire parte di questo cammino come coppia.
Io, finalmente e dopo mesi di pura sofferenza, cui non riuscivo ad attribuire nessun insegnamento e, quindi indirettamente, anche nessun effetto terapeutico, sto cominciando a stare bene.
E’ però una situazione ancora molto aleatoria, perché il dolore è sempre lì. Forse avendolo, per la prima volta, accolto e non evitato, ha trovato terreno fertile per nutrirsi e quindi è diventato un mio fidato ed instancabile compagno di percorso.
Mesi dove mi sono arrovellato, anche se più nel sentire o nel cercare di poter spiegare appieno il mio sentire piuttosto del mio pensare, mi sono serviti per cogliere una grandissima opportunità.
Potermi ritrovare. Poter ritrovare quel bimbo sorridente di una mia foto di 37-38 anni fa. Lo sguardo dell’innocenza e della fiducia incondizionata, nella vita, in ciò che avrei vissuto e in chi mi stava vicino. Anche se ovviamente allora non potevo formulare questi pensieri. Poter dar quindi spazio alla mia sensibilità, poter arrivare a vivere praticamente nel sentire ed utilizzare la ragione solo in funzione di questa meta.
A questo si aggiunge l’impossibilità di potermi avvicinare ad una donna. Se non alle mie amiche. Ma in questo caso è una vicinanza di spirito che mi permette di raccontarmi molto. Non posso avvicinarmi ad una donna per quanto riguarda un contatto, per quanto riguarda il lasciarmi andare alle mie emozioni terrene e poter trovare un po’ di requie.
Non posso perché non avrebbero la tua bellezza interiore ed esteriore, la tua bocca profumata e morbida, la tua pelle delicata ed altrettanto profumata. E tutto il resto che ha fatto di te ciò che sei diventata in ogni atomo del mio essere.
La ricerca di me, prevede che non voglia nemmeno sconti in questo. Quindi nessun incontro a carattere sessuale. Non lo faccio per espiare qualcosa. Lo faccio per raggiungere il rispetto di me, il rispetto del sentimento che ho per te, quel profondo amore che so mi lega a te, e ci lega ancora. Anche se forse in questa vita non lo potremo più vivere.
Tutto ciò è molto intenso, è un insieme di emozioni per me uniche e speciali ed anche un po’ sconosciute.
Non ho mai amato nessuno in questo modo. Da arrivare ad essere tanto altruista da sperare che tu stia bene, eventualmente anche con qualcun altro. Non sento la gelosia. Sento il tormento umano che vivo e vivrò in questa situazione. Dopo aver vissuto un amore così totalizzante, tutto mi sembra un brutto compromesso. Non lo voglio per il rispetto di me e per il rispetto che nutro verso il prossimo, in questo caso una donna che magari mi si concederebbe. Si concederebbe ad uno che non è più capace di far sì che l’istinto primordiale si trasformi in una turgidità che possa dare un attimo di sollievo, un attimo rapito alla disperazione. In un atto che il cielo ci ha donato e che trovo magnifico. E’ molto bello fare l’amore, ma fino al momento di incontrare te, anche un bel momento di sesso non era poi da buttare. Oggi non posso nemmeno farmi una dose, farmi anestetizzare per qualche ora. Oggi mi resta questa strada irta di paure, di insidie.
Soffro di vertigini, e forse è la trasposizione su questa terra, di questi timori che sto affrontando, perché in fondo proprio di vertigini si tratta.
Sto cercando consolazione, sostegno, nella natura, nei momenti che trascorro in essa, spesso in silenzio, nella lettura, come sempre ne sto tritando una gran quantità, nella musica.
Ma la mia anima, cerca la tua immagine, i ricordi di te e quelli che nascono dal nostro modo di comunicare odierno.
E., ti amerò per sempre. Mi emoziona fino alle lacrime questo mio sentire. Al momento però purtroppo a queste si mescolano anche quelle che vengono dal profondo, dal mio vissuto e dalle sofferenze che ho attraversato.

Ho però scelto questo percorso. Ho scelto di lasciare che questi momenti di sconforto escano e poi di lavorare per la ricerca del mio essere sensibile.
Voglio poter contare su di me, sempre. Indipendentemente da tutto, anche da te. Queste parole non sono però di chiusura, anzi, sono di grande apertura verso ciò che la Vita mi condurrà e dove essa mi vorrà condurre.
Ritrovando me stesso appieno, troverò la pace interiore, la gioia e anche l’Amore, che, ovviamente, spero sia tu.
Buona Vita, e grazie di farmene partecipe.
Ringrazio la Vita di averti condotta da me. Come spesso tu dici, citando altre fonti, i nostri grandi maestri sono quelli che ci fanno anche soffrire molto.
Non sei tu che mi fai soffrire, ma soffro per la fine della nostra storia, per la fine del nostro idillio come coppia.

2 commenti:

  1. Questo post è bellissimo. Vorrei essere la voce di E. per dirti che due anime che si incontrano così non lo fanno per caso. Ti auguro di ritrovarti presto e di prenderla per mano per continuare il cammino. Buona vita a te.

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    1. Ciao Circe, quanto tempo.
      Belle queste tue parole e mi fanno particolarmente piacere. Sono stato lontano dal blog x molto. Mi son ritrovato? Si, in buona parte si. Ma E. non c'è. O meglio c'è, ci vediamo, abbiamo un bel rapporto, ma non c'è + nulla di quello che c'era come coppia. In buona parte anch'io voglio così, ma ogni tanto rimane un quesito.
      Spero ancora nella favola, ci credo ancora. Ma alla prova dei fatti, mi rendo conto che divento sempre + selettivo e che la persona che incarna questo non l'ho ancora incontrata.
      Spero tu stia bene. Un grazie di cuore

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