mercoledì 3 agosto 2011

Un "normale" sabato


Questo WE, quello appena trascorso, ho vissuto momenti molto intensi.
Siamo andati a Milano insieme, siamo stati in giro come abbiam sempre fatto nel corso della nostra fantastica storia. Tutto è nato per il nostro Alano. Non potevi portarla e lasciarla sola. Mi hai chiesto se potevo tenerla con me. Ho accettato ben volentieri. Poi viste le altre difficoltà, mi sono offerto di accompagnarti. L’ho fatto spontaneamente, l’ho fatto per aiutarti, per sostenerti. Non l’ho fatto per ottenere qualcosa. E invece tu e la Vita mi avete portato uno stato di benessere come non ricordavo da molto tempo.
Le tue, le nostre chiacchiere in auto. Le tue scuse per il messaggio che mi ha fatto crollare per un po’ di tempo il mondo addosso. Quel messaggio che mi ha fatto venir voglia di lasciare tutto, di andare nel mondo, facendo sparire le tracce di me. Non tanto per fuggire. Sapevo che il mio dolore mi avrebbe seguito, che non lo avrei eluso tanto facilmente. Più che altro è stato il desiderio di poter ricominciare, di andare in un posto dove nessuno sapesse chi fossi e quindi non avere condizionamenti. Il desiderio della solitudine, ma in un ambiente nuovo. Perché nei nostri luoghi, talvolta diventa veramente difficile poterla affrontare. Sono in un luogo. E il primo pensiero va a quando ci siamo stati assieme. Ricordo le tue espressioni. I tuoi occhi, la magia che ne esce.
Non volevo le tue scuse. Hai fatto quanto hai potuto e nonostante il dolore che ho sentito, non te ne ho mai voluto e mai te ne vorrò.
E., tu sei la persona che per una vita ho cercato. Sei bella, bella davvero. Bella, perché al tuo aspetto fisico, si aggiunge la bellezza d’animo che hai, che emani. Ti ho spesso detto che il mondo ha bisogno di più persone come te. Perché sai essere accogliente, pur essendo decisa. Sai essere ugualmente determinata e morbida. Non lo dico perché ti ho amata, perché ti amerò sempre, anche se il modo cambierà, lo dico perché l’ho sempre pensato e non posso smettere di farlo.
L’altro giorno in auto, come poi ti ho detto, ti guardavo ed ho sentito ancora che potrei continuare ad innamorarmi di te. Come ti ho detto, il grande dolore, è il frutto di una storia e di un rapporto splendido che si sono interrotti. In questa vita, non sempre si può vivere qualcosa per sempre. Parola che usiamo ed abusiamo. Se non penso al dolore che mi causa che tu non ci sia più nella mia vita di tutti i giorni, penso che sono stato uno degli uomini più fortunati. Ho amato una donna meravigliosa. Ne sono stato ricambiato e so che anche tu in un certo modo continuerai ad amarmi. Non ho senso del possesso, ed il dolore non nasce dal fatto che tu vai per il mondo e che un giorno qualcuno avrà l’immenso culo di catturare il tuo interesse, il dolore nasce dal senso di vuoto che sento perché giornate come quelle di sabato non le posso più vivere regolarmente. Con te la “banalità” del quotidiano è sempre stata ammantata di magia.

E. ti auguro una felicità immensa, almeno pari alla bellezza della tua anima e del tuo essere. Mi ritengo fortunato a sapere che sono comunque nel tuo cuore. Me lo fai sentire. Questo lenisce il senso di solitudine e mi fa capire che ho fatto bene a non andarmene. Ti sarò vicino, nel modo più altruistico e spassionato, nel modo più intenso che un uomo possa dare alla donna che più ama e amerà.
Qualcuno penserà che queste parole sono melense, che mi sono bevuto il cervello. Penserà qualsiasi cosa. Io so, e tu anche, perché ne abbiamo parlato, che mi son guardato dentro. Ed invece di mettere rabbia, che invece di lottare per cambiare gli eventi, per una volta mi sono lasciato guidare dal corso della Vita. Soffrendo, ma imparando ad amare un altro adulto in modo spassionato.
E. grazie, per tutto quanto e per avermi dato un profondo senso della vita. Con tutto l’amore che posso.

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